Capraia - Guida Turistica

CERCA ALBERGHI
Alberghi Capraia
Check-in
Check-out
Altra destinazione


.: CAPRAIA
 Capraia Isola è un comune di 335 abitanti della provincia di Livorno, situato sull'isola omonima. Si trova a 64 km da Livorno, 37 km da Gorgona e 31 km dalla Corsica.
 L'isola di Capraia è di origine vulcanica ed è la terza per grandezza dell'arcipelago toscano dopo l'Elba e il Giglio. È la più lontana dalla terra ferma trovandosi più vicina alla costa orientale della Corsica che alla costa toscana, rispetto alla quale sorge a ovest del Golfo di Baratti (Piombino).
 Presenta caratteristiche alte e rocciose con assenza di spiagge ed un piccolo bacino lacustre nell'area più interna collinosa; all'estrema punta meridionale sono visibili i resti di un antico vulcano non più attivo, esploso in epoca remota, che ha lasciato traccia nelle pareti rocciose a forma di tronco di cono, con colori variabili tra il rosso e il nero dovuti all'accumulo di lava che si è depositata sulle scogliere.
 Attualmente fa parte del parco nazionale dell'Arcipelago Toscano.
 Tra i suoi punti più apprezzati si trova la Cala Rossa, all'estremo sud dell'isola
 Un lembo di macchia fragrante d’aromi nostrani, un mare limpidissimo. Capraia, terza tra le sette sorelle dell’Arcipelago Toscano, è un’autentica perla mediterranea, terra di roccia dall’inequivocabile origine vulcanica.
 Lo testimoniano gli aspetti geologici della costa e dell’interno, il colore e la composizione delle rocce, gli accumuli di ceneri e lapilli. La vegetazione, rigogliosa e ricca, di specie tipicamente mediterranee, ha dovuto fare i conti con la natura vulcanica del terreno, ma alla fine... l'ha spuntata: una copertura vegetale vivacissima mostra la capacità colonizzatrice della macchia, impiantatasi senza troppi problemi sulla lava consolidata.
 Predominano il corbezzolo, l’erica, il lentisco, il mirto e, in primavera, l’esplosione delle fioriture e’ davvero straordinaria: le aromatiche "cascate" rosa del caprifoglio, il rosso dei ciclamini, il giallo oro delle ginestre, il sottobosco di felci aquiline. La macchia bassa è il regno dell’aromatico cisto marino, il prototipo della pianta colonizzatrice: nella stagione calda se ne avverte il profumo fin dalla nave, ben prima di attraccare. 
 Ecco poi la macchia ad euforbia - utilizzata, pare, dalla maga Circe per i suoi filtri - e quella a oleandro, dall’inconfondibile colore rosa. In febbraio-marzo nelle radure umide fioriscono le romulee bianco-violette, i narcisi, le giunchiglie, gli effimeri ranuncoli; gia’ un mese dopo e’ il turno d’altre specie più’ robuste e meno assetate: graminacee e splendide orchidee.
 E dopo l’estate, alle prime piogge autunnali, il miracolo si rinnova, con nuovi profumi a invadere l’aria.
 Dove il substrato di roccia nuda affiora in tutta la sua rudezza c’e’ bisogno di cespugli bassi e particolarmente resistenti all’aridita’ e al calore: la cosiddetta vegetazione pioniera - la gariga - aromatica, solare, mediterranea, ricca d’essenze medicamentose e balsamiche.
 E’ il territorio del rosmarino e dell’elicriso, della stecade e dell’erba gatta. Infine, c’e’ la steppa, ricca di piante erbacee: la fioritura degli asfodeli, a Capraia, e’ uno spettacolo che non si dimentica, paragonabile soltanto alla superficie dello Stagnone invasa dal bianco del ranuncolo d’acqua.
 Capraia è una delle sette sorelle dell’Arcipelago Toscano, la terza come dimensioni dopo l’Elba ed il Giglio. E’ lunga circa 8 Km. da Punta della Teglia a Punta dello Zenobito e larga 4 Km. dall’isola Peraiola a Monte Campanile. Ha una superficie di quasi 20 Kmq e uno sviluppo costiero di 30 Km. Nove milioni di anni fa, alla fine dell’Era Terziaria, l’isola emerse tra fumi e bagliori. Era un vulcano che rimase attivo per due milioni di anni, alternando eruzioni con periodi di quiete.
 Spentosi il vulcano, Capraia venne colonizzata da piante e animali provenienti dalla vicina Corsica, ma dopo altri due milioni di anni di stasi, nuovi terremoti e fratture portarono alla fuoriuscita di magma ed alla formazione del piccolo vulcano dello Zenobito, che ebbe, peraltro. vita breve. L’escursione via mare che conduce a punta dello Zenobito ed alla suggestiva "Cala Rossa" è infatti un "trattato di geologia"